Il dolore neuropatico che solo l’ortopedico ri-conosce

Neuropathic pain that only orthopedics re-cognise

Paolo Marchettini 1 , Carlo L. Romanò 2

1 Centro di Medicina del Dolore, Istituto Scientifico San Raffaele, Milano; Fisiopatologia e Terapia del Dolore, Scuola Universitaria della Svizzera Italiana, Lugano; 2 I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano

La chirurgia protesica del ginocchio ha dimostrato una percentuale di successo superiore al 90% negli ultimi 15 anni. A questo risultato è associato un aumento del numero di interventi eseguiti anche nel nostro paese: dati del 2013 del Ministero della Salute dimostrano che in Italia vengono impiantate circa 180.000 protesi articolari l’anno. Tuttavia, va ricordato che ogni intervento rappresenta un trauma: ad esempio, in Gran Bretagna si stima che vi siano da 41.000 a 103.000 nuovi casi di dolore post-chirurgico persistente ogni anno. In particolare, nella chirurgia protesica del ginocchio il 7-20% dei pazienti lamenta un dolore persistente come conseguenza dell’intervento; nel caso della chirurgia protesica dell’anca tale percentuale è un po’ più bassa, essendo compresa fra il 2 e l’8%. Uno studio recente indica che il 44% dei pazienti sottoposti a sostituzione protesica di ginocchio (TKR) e il 27% dei pazienti sottoposti a sostituzione protesica d’anca (THR) riferisce un dolore post-chirurgico persistente 3-4 anni dopo l’intervento, anche se spesso questo dolore è lieve e saltuario. Questo studio presenta un altro interessante dato: soltanto la metà dei pazienti con TKR ed il 75% di quelli con THR non presenta mai dolore, mentre rispettivamente il 15 e il 6% dei pazienti con chirurgia protesica presenta un dolore grave e persistente. In genere si presenta un dolore persistente circa nel 50% dei pazienti che riferiscono dolore. I pazienti che hanno un maggiore rischio di sviluppare un dolore post-operatorio sono quelli con una storia di depressione maggiore, con un BMI elevato o con dolore in più sedi prima dell’intervento. In un altro studio il dolore aveva un’intensità media compresa fra 3 e 5 su una scala di 10 e aveva caratteristiche tipiche del dolore neuropatico, con alterazioni della sensibilità associate al dolore.

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