La protesi d’anca CFP (Collum Femoris Preserving): commento critico sui primi 100 casi

CFP (Collum Femoris Preserving) total hip prosthesis: discussion and results on the first 100 patients

F. Bestetti, T. Villa

Policlinico di Monza (MB)

Riassunto

La scelta che un chirurgo può fare di cambiare la protesi fino a quel punto usata nella normale pratica clinica è difficile visti i buoni risultati perlomeno a breve-medio termine ottenuti con tale tecnica, divenuta ormai di routine. L’unica motivazione concreta può derivare da un razionale chiaramente innovativo e nel contempo ben validato da una lunga sperimentazione clinica che evidenzi reali vantaggi rispetto alla tecnica in uso. Nella fattispecie, la conservazione del collo femorale nello spirito della TSS mostra con una logica stringente e convalidata che i risultati dell’intervento possono essere migliorati già nel postoperatorio ed ancor più a medio-lungo termine in funzione del migliore rimodellamento periprotesico secondario alla distribuzione dei carichi. Una revisione/reimpianto sarà facilitata per il maggiore bone stock qualora si rendesse necessaria. In conclusione a termine dell’esperienza di quella che consideriamo una lunga curva di apprendimento mediante l’impianto in 100 casi, possiamo affermare che la conservazione del collo non ha creato particolari difficoltà chirurgiche e che anzi qualche tempo dell’impianto è stato facilitato, per esempio dalla biequatorialità e dal facile posizionamento dello stelo femorale. Il decorso post-operatorio è stato nettamente più facile e rapido, la perdita ematica intra- e post-operatoria limitata ed il recupero funzionale dell’anca più efficace e semplice.

Summary

The surgeon’s choice of changing prosthesis in his ordinary practice could be hard based on the obtained positive results in the short run. The only plausible reason for such a decision could be a strong innovative rationale supported by reliable clinic data showing improvements and advantages. In so much so, the preservation of the femoral neck, as in the TSS, proved through a well known and appreciated better results from right after the surgery up to the long term thanks to a better secondary periprosthaetic remodeling of weight distribution. Even an eventual revision or a substitution would be facilitated because of greater bone stock. To conclude, through the learning curve of 100 cases, we can say that the preservation of the femoral neck hasn’t proved surgically challenging but rather easier thanks to the biequatorialità and the effortless positioning of the femoral stem. The post-surgery recovery was easier and faster, the hematic loss during and after surgery was limited and the functional improvement of the hip more effective and simpler.

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