Esperienza preliminare con il chiodo endomidollare EBA 2

Preliminary experience with EBA 2 intramedullary nail

P. Maniscalco, M. Caforio, E.O. Del Vecchio, P. Mantelli, L. Bisogno

Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia AUSL Piacenza “Ospedale Guglielmo da Saliceto”; * Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia AUSL Piacenza “Ospedale di Fiorenzuola d’Arda”

Riassunto

Obiettivi. Gli Autori riportano la loro esperienza preliminare su un nuovo mezzo di sintesi per le fratture della regione trocanterica. Il chiodo EBA 2 nasce dall’evoluzione del chiodo Endovis, prodotto dalla ditta Citieffe di Bologna, con l’obbiettivo di semplificare ulteriormente il gesto chirurgico e di ridurre i rischi di complicanze soprattutto il temibile effetto Z che, seppur raro, ha condizionato i risultati dei chiodi endomidollari a doppia vite cefalica.

Metodi. Presso le UO di Ortopedia di Piacenza e Fiorenzuola d’Arda, tra Maggio 2012 e Maggio 2013, sono stati trattati con chiodo endomidollare EBA 2 47 pazienti. Di questi hanno completato lo studio 30 femmine e 9 maschi, rivalutati ad un follow-up massimo di 1 anno.

Risultati. I risultati ottenuti nonostante il limitato numero di casi giunti ad un completo follow-up sono stati molto incoraggianti: in effetti in nessuno dei 39 pazienti valutati sono state evidenziate complicanze rilevanti collegabili al mezzo di sintesi e/o alla tecnica chirurgica.

Conclusioni. L’esiguo strumentario semplice e intuitivo, il deposito ridotto dell’impiantato e la semplicità del gesto chirurgico lo rendono un valido strumento da utilizzare soprattutto nelle fratture stabili anche se dobbiamo ricordare che la possibilità di bloccarlo distalmente in modo statico o dinamico e la versione “long” lo rendono efficace anche nelle fratture più complesse.

Summary

Introduction. The Authors report their preliminary experience with a new fixation device for pertrochanteric fractures. The EBA2 nail is an evolution of the Endovis Nail, both produced by Citieffe in Bologna – Italy, to simplify the surgical procedure and to minimize the risk of complications such as the Z effect reported in the literature with intramedullary nails with double cephalic screws.

Materials. Between May 2012 and May 2013 in two Orthopaedic Departments, in Piacenza and Fiorenzuola d’Arda, 47 patients were treated with the EBA 2 intramedullary nail. 30 females and 9 males completed the study with a follow-up of up to 1 year.

Results. Despite the limited number of cases with complete follow-up, the initial results are very encouraging. In the 39 patients that completed the study, none of the reported complications were linked to the fixation device or to the surgical technique.

Conclusions. The minimal, simple and intuitive instrumentation set and the simplicity of the surgical procedure make this fixation device valuable for use in stable fractures. The possibility to distally lock the nail, either statically or dynamically, and the availability of a longer nail make this device also effective in more complex fractures.

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