Fratture sacrali: osteosintesi con viti trans-ileosacrali vs placca percutanea posteriore, esperienza di un singolo centro e revisione della letteratura

Fractures of sacrum: posterior sacral plate stabilization versus transiliac screw fixation, a single center experience and literature review

Michela Florio 1, Francesco Liuzza 1, Omar El Ezzo 1, Luigi Capasso 1, Michele Attilio Rosa 2, Giulio Maccauro 1

1 Istituto di Clinica Ortopedica, Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; 2 Policlinico Universitario “G. Martino”, Università degli Studi di Messina

DOI 10.32050/0390-0134-334

Introduzione. Le fratture sacrali sono spesso secondarie a traumi ad alta energia e sono per lo più associate a fratture dell’anello pelvico. Il trattamento più appropriato dipende dalla sede e dal tipo di frattura. Ad oggi la scelta è ancora ampiamente dibattuta. In questo studio sono stati confrontati i risultati clinici del trattamento con viti trans-ileosacrali e con placca posteriore percutanea. 

Materiali e metodi. Sono stati inclusi 32 casi di pazienti con fratture sacrali isolate o associate a lesioni dell’anello pelvico e con un follow-up medio di 15 mesi. I controlli clinici e radiografici sono stati eseguiti a 3, 6 e 12 mesi dall’intervento chirurgico. È stata valutata la “Quality of Life” dei pazienti tramite il questionario standard SF-36. 

Risultati. L’osteosintesi con placca posteriore ha consentito una più precoce concessione del carico e mostrato una maggiore stabilità biomeccanica nel tempo. I risultati clinici e radiografici delle due tecniche sono sovrapponibili, pur presentando i casi di osteosintesi con placca delle fratture più complesse. 

Discussione. Ad oggi la scelta del miglior trattamento chirurgico è ancora ampiamente dibattuta. L’osteosintesi con viti trans-ileosacrali è spesso la metodica di prima scelta. Presenta il vantaggio di essere minimamente invasiva, è associata ad una minore perdita ematica intra-operatoria ed una bassa percentuale di infezioni postoperatorie. I risultati clinici sono paragonabili a quelli dell’osteosintesi con placca e i dati finora raccolti avvalorano la teoria per cui tale tecnica sia preferibile in vista di una più rapida e precoce ripresa delle attività quotidiane. 

Conclusioni. La sintesi con placca percutanea è una procedura introdotta più di recente. Se ne riconoscono i vantaggi in merito alla stabilità e la resistenza ottenuta con gli impianti, ma troppo pochi risultano ancora i dati disponibili per poter affermare che sia l’intervento da preferire in definitiva.

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