La placca per femore prossimale LCP nelle fratture instabili della regione peritrocanterica: esperienza preliminare

The proximal femur plate LCP in the instable peritrochanteric fractures: preliminary experience

N. Spina, R Di Matteo, N. Marucci, G. Caraffa, M. Mastrangelo

A.S.U.R. Marche, Zona territoriale n° 9 Macerata, Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia

Riassunto

Background

Nonostante i notevoli progressi compiuti nel trattamento delle fratture della regione peritrocanterica, il problema del fallimento della sintesi resta ancora aperto per certe lesioni “instabili”. Ancora legittimo, quindi, il ricorso a metodiche più tradizionali rispetto all’inchiodamento, con l’impiego di vari sistemi di placche e viti.

Obiettivi

La “placca per femore prossimale LCP” è uno dei mezzi di sintesi più moderni, che mira a conciliare i vecchi principi AO con l’esigenza di una mini-invasività e di una maggiore stabilità di impianto. Riportiamo la nostra preliminare esperienza nel suo impiego, con l’obiettivo di indicare il campo di applicazione più idoneo.

Metodi

Abbiamo utilizzato la “placca per femore prossimale LCP” in 14 casi di frattura della regione peritrocanterica. Vengono descritte le caratteristiche peculiari del mezzo di sintesi, soprattutto dal punto di vista morfologico, e la tecnica di impianto.

Risultati

Tra i 12 pazienti seguiti con un follow-up medio di 10 mesi, la consolidazione in buona posizione è stata raggiunta nell’83% dei casi.

Conclusioni

La nostra ancora limitata esperienza ci autorizza solo a ritenere che la “placca per femore prossimale LCP” si presenta come una alternativa valida nel trattamento di fratture “instabili” della regione trocanterica e sottotrocanterica, laddove sia inevitabile una riduzione a cielo aperto e una stabilità ottimale.

 

Summary

Despite considerable progress in the treatment of peritrochanteric fractures, the fixation failure problem remains still open for some “unstable” injures. So is legitimate the recourse to more traditional methods to nailing, using various systems of plates and screws.

Objectives

The “proximal femur LCP” is one of the most modern fixation device, aimed to reconciling old AO principles with a mini-invasive method and a greater implant stability. We bring our preliminary experience in its use, with the aim to indicate the indications most suitable.

Methods

We used the “proximal femur LCP” in 14 cases of peritrocantheric fractures. We describe the device characteristics, specially in terms of morphology, and the implant technique.

Results

Among 12 patients followed with a follow-up of 10 months, the good position union was obtained in 83% of cases.

Conclusions

Our still limited experience entitles us to believe that the “proximal femur LCP” looks like a feasible alternative in the treatment of unstable trochanteric and subtrochanteric fractures, when it’s inevitable open reduction and optimal stability.

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