Le tecniche chirurgiche di correzione dell’alluce valgo

Surgical techniques for the correction of Hallux valgus deformity

Fabrizio Cortese 1, Domenico Mercurio 1, Alessandro Santandrea 1, Piero Giardini 2, Giuseppe Niccoli 2

1 Divisione di Ortopedia e Traumatologia, Ospedale S. Maria del Carmine, Rovereto; 2 Clinica Ortopedica, Azienda Sanitaria, Universitaria Integrata di Udine

L’alluce valgo fu descritto per la prima volta nel 1870 come una sublussazione statica della prima articolazione metatarso-falangea (MTF); rappresenta una deformità combinata caratterizzata dalla deviazione laterale del primo dito e dalla deviazione mediale del primo metatarso a cui si associano alterazioni dei tessuti molli.

Attualmente la classificazione più usata per la programmazione preoperatoria è basata sulla gravità della deformità, calcolata mediante angoli specifici su radiografie in proiezione antero-posteriore e sotto carico. Il limite di tale studio è la bidimensionalità poiché è stato dimostrato come l’alluce valgo sia in realtà una alterazione morfologica sui tre piani dello spazio.

In letteratura sono state proposte oltre 100 procedure per la correzione di questa deformità, generalmente mediante osteotomie suddivise in prossimali, diafisarie e distali; tali tecniche possono, a loro volta, venir combinate con differenti procedure di bilanciamento dei tessuti molli. 

Ciascuno degli approcci chirurgici presenta maggiore o minore invasività, specifiche indicazioni e controindicazioni oltre a relativi vantaggi e svantaggi per il paziente.

Attualmente le osteotomie distali del I metatarso rappresentano la tecnica più utilizzata e sembrano avere ottimi risultati anche per le deformità maggiori.

Il Chirurgo Ortopedico deve conoscere indicazioni e limiti oltre a saper padroneggiare le principali tecniche chirurgiche correttive in modo da poterne sfruttare a pieno le potenzialità; è indispensabile possedere la capacità di riconoscere la deformità nel suo complesso in modo da pianificare la procedura più idonea per la correzione. 

Sebbene le tecniche di chirurgia percutanea possono ridurre il trauma chirurgico e il tempo operatorio, attualmente in letteratura non esistono ancora evidenze che ne dimostrino la superiorità rispetto alle tecniche classiche.

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