L’ipovitaminosi D nella chirurgia e nella clinica ortopedica: impatto di un’appropriata supplementazione e implicazioni correlate

Hypovitaminosis D in surgery and the orthopedic clinic: impact of appropriate supplementation and related implications

Umberto Tarantino 1,2, Ida Cariati 1

1 Dipartimento di Scienze Cliniche e Medicina Traslazionale, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Roma; 2 Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia, Fondazione Policlinico “Tor Vergata”, Roma

DOI 10.32050/0390-0134-348

La vitamina D è essenziale per la salute ottimale delle ossa e la funzione muscolare. Tuttavia, è stato recentemente riportato un tasso allarmante di ipovitaminosi D nella popolazione globale, senza distinzioni di razze, età ed etnie. La carenza di vitamina D aumenta il rischio di fratture e riduce l’efficacia del trattamento anti-osteoporotico, oltre ad avere un impatto negativo sugli esiti clinici dei pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica. La vitamina D agisce anche da immunomodulatore e una sua carenza può contribuire alla patogenesi delle infezioni articolari periprotesiche. Infine, l’ipovitaminosi D è associata a un periodo di ricovero prolungato e a un peggioramento degli esiti funzionali e del dolore preoperatorio e postoperatorio, nonché a un alto tasso di complicazioni mediche e chirurgiche.

L’apporto supplementare di vitamina D rimane uno dei temi più dibattuti in campo medico e non vi è ancora nessun consenso su quale sia la migliore strategia di supplementazione, in termini di dosaggio, frequenza del trattamento e durata. Prove sempre più convincenti riportano che la dose giornaliera, spesso considerata meno performante, è più efficiente rispetto ai boli nel ripristinare valori normali di vitamina D. Inoltre, sembra probabile che un dosaggio da 1000-2000 UI possa rappresentare una strategia efficace per rafforzare lo scheletro e prevenire il rischio di fratture o rifratture. Pertanto, evidenziamo in questo articolo come la supplementazione di vitamina D rappresenti un approccio fondamentale per garantire una salute ossea ottimale, e suggeriamo la necessità di ampliare il target di pazienti ortopedici che potrebbero beneficiare dalla prescrizione di vitamina D.

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