Valutazione critica dell’inchiodamento endomidollare nelle fratture intertrocanteriche e sottotrocanteriche

Evaluation of intramedullary nailing in intertrochanteric and subtrochanteric fractures

Michele Saporito 1, Matteo Cavanna 2, Valeria Peschiera 2, Leda Staletti 3, Emanuela Morenghi 4 5, Marco Berlusconi 2

1 Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, Università Degli Studi di Palermo; 2 U.O. di Traumatologia, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano (MI); 3 Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, Università degli Studi di Messina; 4 Unità di Biostatistica, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano (MI); 5 Humanitas University, Pieve Emanuele (MI)

Introduzione. Le caratteristiche biomeccaniche e l’elevata instabilità, rendono le fratture intertrocanteriche e sottotrocanteriche difficili da classificare e trattare. Lo scopo del lavoro è stato di verificare l’outcome delle fratture in esame, trattate con chiodo tipo PFN® Standard o Long, in funzione del tipo di riduzione ottenuta.

Materiali e metodi. Sono stati inclusi i casi con follow-up minimo di 8 mesi; escluse le fratture patologiche, fratture bifocali ed infezioni. È stata valutata l’instabilità, il tipo di riduzione, tipo di chiodo, rapporto diametro chiodo/canale, tempo di guarigione o pseudoartrosi. Sono stati correlati i parametri valutati con il tempo di guarigione delle fratture e l’eventuale insorgenza di pseudoartrosi. 

Risultati e conclusioni. L’estensione della rima di frattura crea molto spesso problemi classificativi. Per esaminare i risultati di questo lavoro occorre classificare in maniera precisa i casi. Una riduzione anatomica ed una eventuale stabilizzazione con cerchiaggi metallici con preservazione della vascolarizzazione periostale, velocizza i tempi di guarigione in entrambe le fratture.

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