Abstract
Il dolore domina il quadro clinico di tutte le malattie di interesse ortopedico, assumendo talvolta una connotazione patognomonica, come l’allodinia nella CRPS type1. L’anamnesi completa e la semeiotica clinica facilitano il percorso diagnostico-differenziale orientato alla terapia specifica, sempre con l’attenzione al singolo paziente. L’approccio alla terapia richiede una definizione metodologica generale, entro la quale contestualizzare il singolo paziente in occasione del consulto specialistico, circa il suo profilo polipatologico e politerapico. La complessità del dolore soprattutto cronico rende difficile realizzare degli algoritmi che schematizzino, incasellino il dolore privandolo della necessaria aderenza al singolo paziente, oltre che alla singola patologia. Il Paradigma invece è uno strumento concettuale che contribuisce a dare forma unitaria a dati o risultati clinici, siano essi noti oppure ancora aperti a nuove soluzioni. Il dolore deve essere identificato per la sua intensità per scegliere il farmaco specifico, ma occorre altresì considerare che una stessa malattia può manifestarsi con dolori “diversi” o con caratteristiche differenti in riferimento al presente storico della valutazione. La terapia del dolore non viene scelta secondo una mera sequenza temporale di diverse classi di analgesici, ma secondo un’aderenza alla complessità del paziente. Gli oppiacei, ad esempio, non diventano necessariamente la terza scelta prescrittiva, dopo paracetamolo e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ma a volte possono diventare la prima scelta, tenendo conto dell’intensità del dolore stesso, di tutte le terapie per le comorbidità e dello stato generale.
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